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In tema di sequestro preventivo e di opponibilità della vendita del bene, rileva il trasferimento della disponibilità e non la trascrizione dell'atto

Sequestro preventivo penale e trasferimento immobile al coniuge

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In tema di sequestro preventivo e di opponibilità della vendita del bene, rileva il trasferimento della disponibilità e non la trascrizione dell’atto.

Cassazione Penale, Sezione Terza, sentenza n. 58327/2018.

Il sequestro preventivo era stato emesso nei confronti di un soggetto, ma materialmente eseguito su un bene immobile trasferito precedentemente al coniuge in virtù di decreto di omologa di separazione consensuale.

Il trasferimento della proprietà e della disponibilità del bene era antecedente al decreto di sequestro preventivo, tuttavia la trascrizione del’atto traslativo di proprietà era successivo.

Il provvedimento era stato impugnato dal coniuge acquirente e dal di lei marito, ma il Tribunale del riesame dichiarava inammissibile il ricorso di quest’ultimo, perché si era dichiarato non proprietario del bene e non era dunque legittimato a impugnare il decreto, e rigettava il ricorso della moglie rilevando l’inopponibilità dell’omologa perché non trascritta prima del sequestro preventivo.

La Suprema Corte, diversamente, ribadisce il principio secondo il quale il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente può certamente riguardare beni di terzi purché la persona sottoposta alle indagini ne abbia la disponibilità.

Sicché la legittimazione non è legata solamente alla proprietà formale del bene, ma anche alla sua disponibilità.

Inoltre, secondo il consolidato orientamento della Suprema Corte, in tema di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, il giudice che emette il provvedimento ablativo è tenuto soltanto ad indicare l’importo complessivo da sequestrare, mentre l’individuazione specifica dei beni da apprendere e la verifica della corrispondenza del loro valore al “quantum” indicato nel sequestro è riservata alla fase esecutiva demandata al P.M.

Ai fini dell’esecuzione del sequestro, non rileva la trascrizione dell’atto traslativo prima di quella del decreto di sequestro, bensì l’effettivo trasferimento della proprietà quale conseguenza immediata di un provvedimento giudiziale di data certa anteriore alla emissione stessa del sequestro.

Pertanto poco importa, ai fini penali, che il decreto di omologazione non sia stato trascritto perché, diversamente da quanto sostenuto dal Tribunale, tale decreto comporta l’immediato trasferimento del bene a favore della ricorrente che resta terza proprietaria di un bene del quale il marito, persona sottoposta alle indagini, non ha più la disponibilità.

Ai fini della legittimazione a proporre riesame avverso il sequestro preventivo, la Corte ha avuto modo di richiamare il precedente consolidato orientamento secondo cui, il terzo che si limiti a rivendicare l’esclusiva titolarità o disponibilità del bene è legittimato a proporre richiesta di riesame ai sensi dell’art. 322, cod. proc. proc. pen. (esplicitamente, in questo senso, Sez. 3, n. 24958 del 10/12/2014, dep. 2015, Stillitani, n.m.; e Sez. 3, n. 38512 del 22/06/2016, Friso, Rv. 268086)

Leggi la sentenza integrale.

 


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